La liberazione espressa con le pregnanti parole della Haṭhapradīpikā

सलिले सैन्धवं यद्वत् साम्यं भजति योगतः ।

तथात्ममनसोरैक्यं समाधिरभिधीयते ॥

यदा संक्षीयते प्राणो मानसं च प्रलीयते ।

तदा समरसत्वं च समाधिरभिधीयते ॥

तत्समं च द्वयोरैक्यं जीवात्मपरमात्मनोः ।

प्रनष्टसर्वसङ्कल्पः समाधिः सोऽभिधीयते ॥

salile saindhavaṁ yadvat sāmyaṁ bhajati yogataḥ

tathātmamanasor aikyaṁ samādhir abhidhīyate

yadā saṃkṣīyate prāṇo mānasaṁ ca pralīyate

tadā samarasatvaṁ ca samādhir abhidhīyate

tat samaṁ ca dvayor aikyaṁ jīvātmaparamātmanoḥ

pranaṣṭasarvasaṅkalpaḥ samādhiḥ so’bhidhīyate

Come il sale [che] si scioglie nell’acqua, in conseguenza di tale unione, [diventa] la stessa cosa [con l’acqua], così l’identità del sé con la mente è detta samādhi. Quando il respiro è distrutto e la mente è riassorbita, allora [si ha] la medesima essenza [di essi] e [siffatta condizione] è detta samādhi. Tale eguaglianza e unicità fra i due principi, [ossia] l’essere vivente e quello supremo, [è conseguito allorquando si verifica] la cessazione di ogni idea discorsiva: questo è detto samādhi.

* Il sostantivo samādhi, a mio avviso, andrebbe tradotto come assorbimento metacognitivo.

Traduzione personale da Haṭhapradīpikā IV, 5-7.

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