Non esiste una definizione “migliore”/”autentica” di yoga. Ogni utilizzo di questo sostantivo, in verità, andrebbe contestualizzato al testo nel quale si trova. Solo nel Ṛgveda, tanto per dire, compare una dozzina di volta con i significati più disparati (da aggiogare a unire fino a bardare o incoccare). Ciò che possiamo fare per rintracciare il significato di sostantivi sanscriti come yoga/tantra etc., dunque, è indagare i singoli testi.
Per Patañjali, ad esempio, lo yoga assume due significati: 1) “metodo/”disciplina”; 2) e “raccoglimento metacognitivo” (il samādhi). Lo yoga, per i primi due sūtra dell’opera, è dunque la disciplina (1) finalizzata all’arresto delle vṛtti (attività-della-mente), ossia il samādhi (2).